Le ultime ricerche pubblicate su “JAMA Psychiatry” dimostrano che il consumo regolare di bevande gassate comporta conseguenze molto più gravi di quanto si pensasse finora. Le bevande colorate e zuccherate non solo aumentano il rischio di insulino-resistenza e malattie cardiache, ma possono anche influire negativamente sulla salute mentale, aumentando il rischio di disturbi dell’umore e problemi emotivi.
Il rischio di depressione aumenta fino al 17%

Il consumo regolare di bevande gassate, sia zuccherate che “zero”, può aumentare il rischio di gravi disturbi mentali. Il nuovo studio “Soft Drink Consumption and Depression Mediated by Gut Microbiome Alterations”, pubblicato il 24 settembre 2025 su “JAMA Psychiatry”, è il primo a indicare con tanta precisione che le bevande gassate influenzano l’asse intestino-cervello e possono aumentare il rischio di depressione grave.
L’analisi ha coinvolto 932 persone, di cui 405 con depressione clinicamente confermata. È emerso che il consumo quotidiano di bevande gassate era associato a un aumento dell’8% del rischio di depressione nell’intera popolazione, ma erano le donne ad essere decisamente più a rischio. Nel loro caso, il rischio aumentava fino al 16,7% e più bevande consumavano, più gravi erano i sintomi della malattia.
I ricercatori indicano che il tassello fondamentale del puzzle è il microbioma intestinale. È proprio lì che finiscono grandi dosi di zuccheri semplici o dolcificanti che, come sottolinea la dottoressa Sharmili Edwin Thanarajah dell’Università Goethe di Francoforte, “possono sovraccaricare la capacità di assorbimento dell’intestino tenue e favorire lo sviluppo di batteri pro-infiammatori”.
Nello studio ha svolto un ruolo particolare il batterio Eggerthella, la cui quantità eccessiva è da anni associata alla depressione. Proprio la sua crescita ha spiegato parte dell’influenza delle bevande gassate sullo stato mentale delle donne.
Negli uomini questa correlazione non si è verificata, cosa che i ricercatori spiegano con possibili differenze ormonali e con l’azione del cosiddetto microgenderoma, un concetto secondo cui il microbiota intestinale può interagire con gli ormoni sessuali.
Perché sono le donne ad essere più a rischio?
I ricercatori sottolineano che le differenze biologiche e ormonali possono rendere le donne più sensibili ai cambiamenti nel microbioma causati dalla dieta. I dati epidemiologici di studi precedenti mostrano che le donne reagiscono più spesso con depressione a una dieta ricca di zuccheri semplici, snack ultra-trasformati o dolcificanti artificiali.
Come osserva la dottoressa Uma Naidoo della Harvard Medical School in un’intervista a “Medscape Medical News”, le donne sono più sensibili all’azione dei batteri che possono attivare i percorsi infiammatori e neurochimici associati allo sviluppo della depressione.
Lo studio non stabilisce quale ingrediente delle bevande sia più dannoso. Sia lo zucchero che i dolcificanti possono influenzare il microbioma e l’asse intestino-cervello. Rapidi picchi di glucosio, infiammazione, fermentazione nell’intestino crasso e meccanismi di ricompensa nel cervello: tutti questi percorsi possono sovrapporsi.
“Probabilmente non esiste un unico meccanismo, ma una combinazione di diversi meccanismi che insieme aumentano il rischio di depressione”, sottolinea la coautrice dello studio, la dottoressa Sharmili Edwin Thanarajah.
Sebbene l’effetto in sé sembri minimo, secondo i ricercatori ha un’enorme rilevanza a livello di popolazione. Le bevande gassate sono uno degli elementi più popolari della dieta mondiale, quindi anche un leggero aumento del rischio può tradursi in milioni di casi aggiuntivi di depressione.
Letali per il cuore, i reni e i denti

Sebbene i nuovi studi si concentrino principalmente sull’impatto delle bevande gassate sulla salute mentale, i loro effetti negativi sull’organismo sono noti da anni. Il consumo regolare di bevande zuccherate o dolcificate artificialmente è associato al rischio di una serie di malattie croniche, dai disturbi metabolici alle malattie cardiovascolari, fino ai danni allo smalto dei denti e ai problemi renali. I rischi più importanti documentati includono:
- malattie cardiache: numerosi studi confermano che il consumo di bevande zuccherate aumenta il rischio di ipertensione, aterosclerosi e infarto. Anche le persone fisicamente attive non sono completamente protette da questo effetto;
- diabete di tipo 2 e insulino-resistenza: grandi quantità di zuccheri semplici causano picchi di glucosio e sovraccaricano il pancreas, favorendo l’insulino-resistenza e, col tempo, il diabete;
- steatosi epatica: sia lo zucchero che lo sciroppo di glucosio-fruttosio presenti in molte bevande contribuiscono alla steatosi epatica non alcolica;
- calcoli renali e danni ai reni – l’acido fosforico e l’alto contenuto di zucchero possono aumentare il rischio di calcoli renali e peggiorare la funzionalità renale nelle persone predisposte;
- carie ed erosione dello smalto – il basso pH delle bevande gassate agisce come un acido delicato che distrugge gradualmente lo smalto, mentre lo zucchero nutre intensamente i batteri responsabili della carie;
- aumento del rischio di obesità – le bevande non danno senso di sazietà e allo stesso tempo forniscono da alcune decine a diverse centinaia di “calorie vuote” al giorno, favorendo l’aumento di peso;
- disturbi metabolici anche nel caso di bevande senza zucchero: i dolcificanti artificiali possono influenzare il microbioma intestinale e il metabolismo del glucosio.







